Il reflusso gastro-esofageo: un problema diffuso che può essere alleviato con l’osteopatia – Pt I

I disturbi e le possibili complicazioni provocati dal reflusso gastro-esofageo possono essere molto fastidiosi e  colpiscono in modo trasversale neonati, adulti e anziani. L’osteopatia, tramite manipolazioni delicate e indolori, può aiutare ad alleviare i sintomi da reflusso, anche nei bambini piccolissimi, senza bisogno di farmaci.

Tramite il trattamento osteopatico è possibile allentare le tensioni a livello del cardias, restituire mobilità alla colonna dorsale e cervicale, riequilibrare i diaframmi corporei (in particolare quello addominale), detendere l’esofago, abbassare l’attività del sistema neurovegetativo. Il tutto per aiutare l’organismo a esprimere meglio le proprie funzioni.

Definizione

Secondo la definizione di Montreal per reflusso gastro-esofageo si intende quella condizione molto comune in cui il contenuto dello stomaco risale in esofago. Una piccola quota di reflusso, liquido e gassoso, si può avere anche in condizioni normali, soprattutto dopo i pasti. Nei soggetti sani si possono avere in media 1-4 episodi/ora durante le tre ore successive al pasto. Si tratta di un reflusso poco acido, breve, e poco avvertito proprio in quanto poco acido.

Quando, al contrario, il fenomeno diventa più frequente o si accompagna a sintomi, allora si parla di malattia da reflusso gastro-esofageo (MRGE).

L’incidenza della malattia da reflusso gastro-esofageo è in relazione all’età. Le ultime stime danno un’incidenza nella popolazione dei paesi industrializzati del 20-40% in gruppi di età compresi tra 45-64 anni, percentuale che aumenta in gruppi di età compresi tra 64-74 anni. Viceversa il 50% dei bambini di età compresa tra 0 e 3 mesi di vita lamenta almeno un episodio di rigurgito giornaliero, ma tale disturbo si riduce al 5% all’età di 10-12 mesi di vita per lo sviluppo della coordinazione neuromuscolare e posturale. Inoltre solo il 10% dei bambini di età inferiore ai 12 mesi affetti da reflusso vanno incontro a complicanze e tale incidenza è simile all’adulto.

Per quanto riguarda l’evoluzione della malattia si osservano dati discordanti, la malattia infatti andrebbe incontro a risoluzione spontanea nel 55% dei bambini di età inferiore a 10 mesi e nell’81% a 18 mesi, mentre nei bambini più grandi e nell’adulto la guarigione in percentuale diminuirebbe significativamente.

Le cause

La causa più comune della malattia da reflusso gastro-esofageo è l’alterata funzionalità dell’omonimo sfintere. L’esofago alle sue estremità, prossimale e distale, ha due “valvole” (sfinteri) che si aprono al passaggio del bolo, mentre esternamente è avvolto da una tunica muscolare che si contrae e si rilascia ritmicamente (peristalsi) e che facilita il movimento del cibo verso lo stomaco. Se la valvola inferiore si rilascia quando non dovrebbe (rilasciamenti inappropriati) si può avere reflusso gastroesofageo.

La seconda causa in ordine d’importanza è il rallentato svuotamento gastrico. Anche la scarsa motilità dell’esofago, che non consente di rimuovere velocemente il liquido refluito, rientra nel meccanismo patogenetico del reflusso.

A volte alla base del reflusso vi è un’ernia iatale che è uno scivolamento dello stomaco in torace attraverso il diaframma.

Altri fattori che possono favorire in modo diverso il reflusso gastroesofageo sono:

  • Predisposizione familiare e genetica;
  • Sovrappeso e obesità;
  • Diabete mellito;
  • Fumo;
  • Gravidanza;
  • Dieta alimentare squilibrata e scorretta;
  • Farmaci che infiammano l’esofago;
  • Abitudini di vita.

Sintomi

  • Bruciore retrosternale (pirosi);
  • Rigurgito;
  • Percezione della risalita di materiale acido lungo l’esofago;

Il bruciore è riferito alla parte alta dell’addome (anatomicamente definita “epigastrio” e comunemente chiamata “bocca dello stomaco”) e a livello retro-sternale. Il bruciore, che si può accompagnare a scialorrea (aumentata secrezione salivare), si manifesta tipicamente nelle ore dopo i pasti, ma può presentarsi anche di notte quando il paziente è supino. Altre volte tale disturbo può essere accusato come “dolore” che fa subito pensare a una causa cardiaca. Poiché il reflusso può anche superare la valvola superiore dell’esofago (sfintere esofageo superiore) e interessare faringe, laringe, polmoni ne consegue la possibilità di una sintomatologia extraesofagea.

I sintomi extraesofagei, definiti “atipici”, possono essere:

  • Faringite (mal di gola ricorrente);
  • Laringite cronica e altre affezioni delle corde vocali o delle aritenoidi (polipi, granulomi, ecc.);
  • Sensazione di nodo alla gola (sensazione di corpo estraneo e di contrazione alla gola);
  • Bronchiti croniche e asma bronchiale;
  • Patologie del naso e del rinofaringe;
  • Russamento abituale e apnee notturne;
  • Laringospasmo; dolore toracico non cardiaco;
  • Alitosi;
  • Erosione dello smalto dentario.

Possibili Complicanze

Il passaggio continuo di questo liquido in esofago può provocare un danno alla mucosa che si esprime con delle erosioni, ulcere, sanguinamento (con conseguente anemizzazione) o con complicanze più gravi come la stenosi (restringimento del lume) e l’esofago di Barrett.

Diagnosi

La diagnosi della malattia da reflusso è prevalentemente clinica basandosi sulla presenza dei sintomi tipici (pirosi e/o rigurgito) e dopo aver escluso altre patologie con sintomi simili.

Terapia

L’obiettivo primario della terapia medica della MRGE è il pieno controllo dei sintomi, (pirosi con o senza rigurgito) accompagnato dal miglioramento della qualità di vita del paziente.

Per contrastare il reflusso gastroesofageo oggi abbiamo a disposizione dei farmaci particolarmente efficaci (inibitori di pompa protonica IPP) in grado di ridurre la secrezione acida da parte dello stomaco. Tali farmaci, riducendo la quantità di acido gastrico disponibile per il reflusso nell’esofago, alleviano i sintomi e permettono la guarigione delle lesioni esofagee, qualora siano presenti.

Il numero degli interventi chirurgici per controllare il reflusso gastroesofageo è in netta diminuzione a livello mondiale grazie all’efficacia dei potenti farmaci disponibili che inibiscono la secrezione gastrica.

  • American Gastroenterological Association  (AGA). Institute Technical Review on the Management of Gastroesophageal Reflux Disease – Gastroenterology 2008;135:1392–1413
  • Clinical presentation, diagnosis, and management of gastroesophageal reflux disease Mitchell S. Cappell, MD, PhD, FACG Vedi Articolo
  • Gastroesophageal Reflux Disease (GERD): A Review of Conventional and Alternative Treatments. Patrick Lyn, ND. Altern Med Rev. 2011 Jun;16(2):116-33. Vedi Articolo 
  • The Montreal definition and Classification of Gastroesophageal reflux disease: a global evidence – based consensus. Nimish VakilSander V van ZantenPeter KahrilasJohn DentRoger JonesGlobal Consensus Group Vedi Articolo